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Morfisa o l'acqua che dorme: la critica

Capita, a volte, che un romanzo o un racconto fantastico, lontanissimo dalla traduzione letterale e fotografica della realtà, catturi con straordinaria precisione l’anima di un luogo, la sua quintessenza. Accade nell’Osteria volante di Chesterton (...), nel Golem di Meyrink (...), in Rue des maléfices. Storia segreta di Parigi di Jacques Yonnet (...). Frutto di un analogo miracolo è la Napoli di Morfisa o l’acqua che dorme di Antonella Cilento. È difficile render conto in breve della ricchezza traboccante di questo romanzo, nutrito di erudizione autentica ma anche di irresistibile humour.  Leggendo Morfisa, ho pensato spesso a Calvino (...). Credo che, scrivendo Morfisa, Antonella Cilento abbia conosciuto anche lei la stessa felicità; e che le pagine del suo libro ne trasmettano un poco a noi lettori, grati e stupiti di questo dono così inusuale.
Mariolina Bertini
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Antonella Cilento sa la sola cosa, di Napoli, possibile da sapere: che è una storia - e questo rende parecchio complicato conoscerla, perché "la natura delle storie è mutare sempre, svanire, rinascere". Così, in questo, come in tutti gli altri suoi libri, studia, racconta e inventa, insomma fa avventura, senza mai dire, fare o spiegare, lei che scrive in un italiano stupendo e soffice ed è la sola che abbiamo capace di gemmarlo, di tanto in tanto, con il napoletano, come fosse la cosa più logica e naturale da farsi per l'uno e per l'altro, come fossero uno anulare e l'altro anello. (...) Dieci e lode ad Antonella Cilento.
Simonetta Sciandivasci, Il Foglio 
[Vai all'articolo completo (pdf)] [L'articolo sul sito de Il Foglio ]

(...) Un romanzo che non dà respiro per quante realtà e fantasie si mescolano ma che ci dice molto: di una città nata non a caso da un Uovo irridente, del ruolo subalterno delle donne che sanno ribellarsi, delle losche trame del potere.
Il potere più intenso però, per Cilento, è quello della parola. Una lingua, la sua, che si fa immagine, tantissime immagini di infiniti accadimenti, colta e carnosa, fantastica e dialettale. Il connubio di storia e scrittura fonda su elementi naturali, protagonista è l’acqua che scorre nel mare del golfo o in un sottosuolo nascosto, acqua che si fa bolla e esce dalla bocca di una carpa per vedere futuro e passato insieme, acqua che, una volta immersi, fa viaggiare nel tempo e nello spazio (...) Un romanzo diverso totalmente dal panorama letterario italiano di crisi interiori o di memoria che riaffiora. Poliedrico e avviluppante, ci porta in un mondo dell’altrove dentro la tradizione, dove tragedia e comicità si alternano con sapienza soprattutto grazie a una scrittura, anche lei, intrisa di magie.
Valeria Viganò, La rivista intelligente
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L’inesauribile offerta di approfondimenti, informazioni, sentenze, sconfinati slittamenti di scene e di riti, la trionfale topografia e la rete dei vicoli della città e gli aloni che suscitano una sorta di preziosa e musicale lontananza sono elementi indispensabili della maestosa narrazione, procedure tematiche, ma anche strutturali e stilistiche, che oscillano fra ingrandimenti del microscopico e del sotterraneo, “sarabanda” di episodi e cronaca grumosa della naturale rappresentazione radente. E proprio dalla diversità dei registri narrativi deriva nel romanzo la sostanza fiammeggiante e cupa di una densità linguistica nella quale coesistono il grido e il sussurro, l’allarme e l’elegia e gente che “non si vergogna mai d’essere ovunque tranne che nella propria vita”.
Giuseppe Amoroso, Roma 
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Scarsezza di letteratura storica e penuria di sopravvivenze archeologiche fanno sì che l’alto medioevo napoletano resti ancor oggi estraneo ai più. Anche per questo è una bella sorpresa il nuovo, ardito romanzo di Antonella Cilento, ambientato proprio in quell'epoca.
(...) Cilento, insomma, mentre sembra costruire un romanzo storico, ben presto accede a una forma narrativa assai più libera, visionaria e «totale», al contempo post-antica, nel senso che a Bisanzio poteva avere il cercare di ricreare i classici della narrativa ellenistica, e postmoderna, nella misura in cui Morfisa-Napoli è assunta a una funzione per dir così di testimonianza letteraria, crocevia di storie sempre sul limite dell’apocalisse.
Francesco Durante, Il Mattino
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Per il suo nuovo romanzo Antonella Cilento sceglie ancora la Napoli del passato, stavolta nella prima metà dell’anno Mille. La protagonista è una fanciulla che custodisce uno specialissimo tesoro. Tutt’intorno tanta magia.
(...) E davvero si tratta d’un personaggio magico, capace di vincere gare di corsa svanendo subito dopo sotto forma di aquila come di presentarsi come pesce, serpente, balena-istrice; in un romanzo in cui Teofanès si trova coinvolto da «innumerevoli e incredibili eventi magici», con donne rinchiuse in bottiglia, monache che volano, egli stesso trasportato su un tappeto volante.
(...) narrazione bizantina dalla tecnica combinatoria di vicende che si distendono tra storia, fantastico, meraviglioso, enciclopedico, cui la Cilento intende con tutta evidenza rifarsi, strutturalmente e linguisticamente, con intarsi di vernacolo napoletano.
Ermanno Paccagnini, La Lettura - Corriere della sera
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(...) Una vertiginosa galoppata che attraversa i secoli laddove era partita, la Napoli del colera, al centro di una città senza tempo dove sacro e profano si mescolano in uno scorrere che travolge mito e realtà (...) In questa discesa fantastica e visionaria, Cilento vuol far funzionare la collaudata macchina del romanzo bizantino; e così combina e dilapida la storia con l'enciclopedia, la fantasia con la meraviglia. (...) La sua scrittura, letteraria e sontuosa (...), riesce a reggere un intento così ambizioso. 
Renato Minore, il Messaggero
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(...) Non nuova alle immersioni narrative nel passato di Napoli (...) Antonella Cilento sceglie una collocazione temporale alquanto impegnativa (...) Ogni avventura in questa trama è cucita con il filo variopinto degli innumerevli riti e miti di Napoli (...) Particolarmente interessante risulta la doppia prospettiva incarnata dai personaggi che l'attraversano (...) Si accendono, procedendo nella lettura, scintille di purissimo divertimento.
Maria Vittoria Vittori, L'Indice dei libri del mese 
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(...) Morfisa o l’acqua che dorme conferma la fantasia e l’abilità di Antonella Cilento. L’autrice ha saputo unire realtà storica e immaginazione, ha raccontato con passione la sua Napoli, ha creato un universo magico, divertente, ammaliante. Un libro consigliatissimo, da leggere sotto l’ombrellone per lasciarsi suggestionare dal suono della risacca.
Sonia Aggio, Il rifugio dell'ircocervo 
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