Morfisa o l'acqua che dorme: l'incipit
«Chi è quell’individuo?» L’anziano maître si liscia la giacca con la mano per mascherare il fastidio. Parla a voce bassa, il servizio è in corso. «È un mese ormai che viene qui...» Il giovane cameriere sussurra la risposta senza guardarlo, attento alla sala: «Chi? ’O professore?». «Quel relitto, un professore?» E si sporgono per un istante verso la ringhiera della terrazza panoramica dell’hotel, brulicante di turisti a colazione. A un tavolino, intorno al quale si è formato il vuoto, siede uno gnomo abbronzato in caffetano d’oro, un fez rosso in testa, l’indefinibile età di una giovane mummia. Al mercato nessuno lo noterebbe, somiglia a un vecchio ruffiano, a un materassaio egiziano, ma in un ristorante di lusso è come un pugno in un occhio. «Maître, un minuto e se ne va. Il professore Contostefano prende solo un caffè da noi, tutte le mattine...» «Lo so» l’interrompe il vecchio, arricciando i baffi tinti. «Lo so che se ne va. Il problema è che viene... Perché proprio qui?» «Dice che fa la guardia al mare» sussurra il cameriere stringendosi nelle spalle mentre riempie un piatto di filetti di trota. «Dice che aspetta a una...» «Ah. E tene voglia ’e aspetta’!» sbotta il maître sorridendo ai clienti inglesi che lo fissano. Ignaro dell’attenzione suscitata, il professore scruta l’orizzonte. Non riesce ad abituarsi al cambiamento: i palazzi, i giardini, perfino il profilo della costa sono per sempre mutati. Solo il vulcano, le isole e Castel dell’Ovo appaiono ancora quasi identici a come li ha visti la prima volta. Credeva di aver abbandonato l’attesa, dopo tanti anni, ma ogni cosa nella vita è abitudine, anche gli errori. Se uno sbaglio si ripete finisce con il diventare uno scopo. Le mani divorate dall’artrite si stringono intorno a un manoscritto incartapecorito. La aspetta per riprendersi un’ennesima volta il maledetto uovo o per rivedere l’unica persona al mondo che lo ricordi ancora giovane? È finita l’età delle bugie. (...)